Fabio Dei's Beethoven e le mondine. Ripensare la cultura popolare PDF

By Fabio Dei

Il tema della cultura popolare è stato a lungo l'interesse centrale degli studi antropologici in Italia. Negli ultimi vent'anni, tuttavia, il dibattito in proposito si è progressivamente esaurito e frammentato. Tentare di riprenderlo oggi significa confrontarsi con problemi, sia epistemici che politici, completamente diversi da quelli degli anni Settanta. l. a. crisi dei concetti antropologici classici di cultura e identità ha cambiato radicalmente il modo di pensare e di rappresentare etnograficamente le appartenenze locali. Inoltre, è cambiato profondamente lo sfondo etico-politico di un possibile 'uso pubblico" della cultura popolare, e di ciò risentono le politiche di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale etnografico. Ma, soprattutto, una definizione di cultura popolare non può fare a meno di affrontare il rapporto tra l'ambito del folklore cosiddetto tradizionale e quello dell'industria culturale di massa. Se l'antropologia ha cercato a lungo di tenere separati i due campi, 'proteggendo" l'autentica tradizione dall'invadenza omologante della cultura di massa, oggi è necessario riconoscerne le relazioni e inserirle nel contesto di una teoria delle differenze culturali nella società contemporanea.

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Per dirla ancora con James Clifford (1988, p. 14), è sempre più probabile scoprire le identità nei più remoti angoli di mondo e le differenze a casa propria. FABIO DEI La demologia non ha naturalmente bisogno di rimpatriare, in senso proprio. Tuttavia, è anch'essa profonda~ mente radicata in un'assunzione di alterità, separatezza e autenticità del proprio oggetto. La disciplina nasce e si sviluppa, al pari dell'etnologia e dell'antropologia, come studio di un'alterità arcaica e in qualche modo inferiore.

Cosa c'è in q~este ultime che le rende og: getti legittimi della demolog;a? ~orse Cl sono alcum del vecchi ingredienti di una deflmzlOne ~ostantlva di folldore: l'origine (apparentemente) collelllva, la trasmiSSIOne prevalentemente orale (almeno, si suppone che nascano oralmente e "spontaneamente" prima di esser riprese dalla carta stampata e dalla TV), l'appartenenza a un genere tipicamente popolare come quello d~lla leggenda o della "storiella", la semplicità e l'ingenUità, il c~rattere seriale e la proliferazione di varianti.

Per inciso, le insinuazioni psicoanalitiche sul simbolismo devirilizzante del jazz, truculente e arbitrarie, rappresentano per me uno dei punti di più vistosa caduta dell'opera del filosofo francofortese: a tanto deve averlo spinto il disgusto estetico per la musica sincopata. Ma ciò che conta è che per Adorno "basta il testo". Ponendosi dal punto di vista di una concezione assoluta e universalista della cultura e dell'individuo, egli coglie i veri significati smascherando la falsa coscienza degli attori; non lo sfiora neppure l'idea di andare a studiare etnografieamente il modo in cui tali significati si determinano nelle concrete pratiche sociali8 .

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by George
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